Lockdown in Valle D'Aosta
In due mesi il SARS-COV-2 dalla Cina ha raggiunto l’Europa e poi tutto il Mondo. Sabato 21 Marzo l’Italia entra completamente nella fase di Lockdown serratofino al 3 Maggio 2020. La Val d’Aosta arroccata sulle sue montagne è un luogo impervio e difficile, con la densità di popolazione più bassa d’Italia, 38 abitanti per chilometro quadrato, che al termine della “fase 1 “ conta 11421 casi positivi e 38 decessi per COVID-19. Da millenni la Vallée d’Aoste è zona di transito e via di comunicazione con i paesi oltralpe grazie a due valichi alpini antichissimi e due più moderni trafori. Il Colle del Piccolo San Bernardo situato a 2188m è corridoio naturale tra Francia e Italia. Nel 1715 i pastori valdostani eressero una barriera sanitaria per proteggersi dall’epidemia che stava imperversando la Savoia. Il passo del Grand San Bernardo apre un passaggio verso la Svizzera a 2473m, incastonato tra il Grand Combin e il Massiccio del Monte Bianco è tappa della via Francigena che per secoli ha visto pellegrini e crociati procedere verso Roma e verso i porti per la Terra Santa. Durante le epidemie di peste (XVI,XVII) e quelle di tifo colera gli abitanti del luogo eressero posti di blocco per evitare il transito dei contagiati. Le alpi fungono da vero e proprio scudo per questa Valle, qui la natura raggiunge forme e bellezze incontaminate, ma come noi esseri umani anche il nostro pianeta sta soffrendo. I ghiacciai alpini appaiono feriti e stremati in attesa della loro scomparsa. Nei mesi di lockdown la flora e la fauna si sono mostrate fin dentro le zone più antropizzate, mentre noi restavamo chiusi nelle nostre abitazioni e nelle nostre preoccupazioni. Siamo stati esclusi dalla Terra, che ha potuto respirare la sua innata libertà. La quarantena ha mostrato i limiti del nostro modo di vivere contemporaneo, l’idea che l’uomo ha modificato e sfruttato troppo il nostro habitat naturale fortificando la tesi sulla nuova epoca geologica di cui facciamo parte: l’Antropocene.