L’assenza di ombre espone senza filtri all’enorme portata del fiume Mekong, espressa non solo nel suo senso fisico, ma anche nel vitale e continuo mutamento antropologico. Ciò che colpisce è il paesaggio rurale e metropolitano, e in esso il dialogo tra architettura, presenza umana e natura. Non appena la metropoli cede un briciolo di spazio, la giungla se ne appropria. Le fotografie vogliono rappresentare un paesaggio in continuo movimento, una crescita urbana resa possibile dal vo tessuto sociale e dalle risorse naturali del Mekong. E’ un lavoro silenzioso sulla connessione tra natura, urbanizzazione e occupazione del paesaggio. Nel caos organizzato di questo paese, il fotografo non può che testimoniare la realtà come un complesso di contaminazioni con uno sguardo discreto e oggettivo.